Itinerario della cultura e della natura

L'area "Taurasi Valle del Calore" si propone al visitatore con patrimonio culturale e naturalistico inebriante ed ancora intatto, da scoprire senza fretta, animati da uno spirito quasi pioneristico.

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Descrizione

Numerose sono le tracce di un passato rilevante, come castelli, chiese e nobili edifici, ma altrettanto numerosi sono i frammenti, che strada facendo, rivelano una storia minore, fatta di grande amore per la terra e i suoi doni, per i piaceri della tavola e per la vita semplice a contatto con la natura.

Cultura Emblema architettonico di un territorio gremito di memorie stimolanti e di suggestioni ineguagliabili, centro della vita dei piccoli che punteggiano il territorio, i castelli rappresentano una presenza ricorrente nell'area del Taurasi Valle del Calore. Questi silenziosi guardiani del territorio rievocano un passato in cui gli arroccamenti difensivi erano la risposta più adeguata all'instabilità geopolitica, alle lotte intestine, alle incursioni saracene e alle esigenze di difesa del tracciato della romana via Appia.

Perduta, a partire dal XVI secolo, la loro funzione difensiva per assumere quella di dimora dell'aristocrazia feudale o di centri amministrativi, hanno offerto alloggio a ospiti illustri, esponenti del mondo dell'arte e della letteratura rappresentando un crocevia di mondanità e di eleganza.

Uno dei più mirabili esempi di edificio di architettura militare dell'area è indubbiamente il Castello medievale di TAURASI, l'antica Taurasia sannitica conquistata nel 268 a.C. dal Console Scipione Barbato. Il Castello, noto anche come Palazzo Marchionale, fu costruito dai Longobardi del VII secolo su una preesistente struttura romana e ampliato dai Normanni nel XIII secolo, con l'aggiunta di un mastio a pianta quadrata. Tito Livio descrive questo imponente castrum contornato di terre verdeggianti, di vigne optime e luogo della deportazione fatta dai Romani nel 180 a.C. dei mai sconfitti Liguri Apuani.

Mirabile esempio di architettura militare, poi adibito ad usi civili, il Castello di Taurasi conserva al suo interno la bella corte, la sala adibita a "corte di giustizia", con il suo camino monumentale, la cappella di S. Pietro a Castello e, nel mastio, la fine scalinata elicoidale in pietra. Taurasi fu un centro di grande importanza nel Medioevo, ma le sue origini sono ben più antiche. Reperti dell'età neolitica, esposti nel Museo comunale, infatti, testimoniano che la zona fu abitata fin dalla preistoria. Attraverso la Porta Maggiore, affiancata da due torri probabilmente longobarde, si accede al suggestivo centro storico. Qui si possono ammirare due interessanti esempi di edilizia gentilizia del XIII secolo: il Palazzo De Angelis, in pietra locale e malta e il Palazzo Maffei, con la sua antica cucina e la macina da frantoio in pietra.

Da Venticano costeggiando il fiume Calore, si arriva a Torre le Nocelle, piccolo borgo rurale che sorge a 400 metri d'altezza sul versante sinistro della media valle del Calore. Le sue origini sono medievali, anche se alcuni resti dell'età greco-romana, come in Contrada Campoceraso fanno ritenere che la zona fosse frequentata in epoche antichissime. Caratterizzato da stradine lastricate, portici e archi in pietra, il Centro storico di Torre le Nocelle custodisce alcuni siti di interesse artistico: sono il Palazzo Penna e il Santuario di San Ciriaco (XVIII secolo) che conserva al suo interno l'antico organo di inestimabile valore artistico.

La settecentesca Torre campanaria, che svetta sulle abitazioni circostanti, è ricca di riferimenti in stile arabesco. Da Torre le Nocelle, risalendo l'antico "Mons Militum" (Monte dei soldati), si arriva a MONTEMILETTO, caratteristico centro costruito su una roccia con ampie vedute sulla valle del Calore, il beneventano, la valle del Sabato ed i monti dell'avellinese. Nella parte alta della piazza centrale si erge il Castello ducale della Leonessa, senza dubbio un o dei manieri meglio conservati dell'Irpinia.

Edificato presumibilmente in epoca longobarda sui resti di una preesistente costruzione romana, e ricostruito dai Normanni nel XII secolo, il castello è stato trasformato in palazzo baronale in epoca rinascimentale dall'antica casata dei Di Tocco, signori dell'area sino all'ottocento. Attraversando la seicentesca Porta della Terra, eretta dai cittadini benemeriti della " Università" in onore di Carlo Di Tocco, ci si immerge nell'atmosfera del centro antico, dal tipico aspetto di borgo medievale.

Nell'intrico di piccole stradine si aprono i portali settecenteschi dei palazzi dei notabili locali, tra cui il palazzo Paladino, dallo splendido loggiato, il palazzo Fierimonte, il palazzo Centrella e il palazzo Gualtieri. Notevoli son oanche i palazzi gentilizi appartenuti alle famiglie Cubello, Rossi, Fusco, Fino, Pesa, Giacomoantonio, quasi tutti dotati di portali scolpiti in pietra, grandiosi ingressi, cortili con pozzo, luoghi di sosta per i cavalli e scalinate. Da Montemiletto scendendo verso Pietradefusi e Montefusco interessante è la deviazione per l'antico borgo di Montaperto, oggi frazione di Montemiletto. FOndato dai Longobardi, il borgo è stato dichiarato zona di notevole interesse pubblico dal Ministero delle Attività Culturali. Ospita un piccolo Castello medievale con torri angolari, di età longobarda oltre ad alcuni palazzi di buon pregio come il Palazzo Sarro. Da Montaperto è possibile ritornare sulla strada per raggiungere, alternativamente, Montefusco o PIETRADEFUSI.

Quest'ultimo posta ai confini, con il sannio, ha origini medievali (XII secolo). Il toponimo fa riferimento alla " pietra" con la quale furono costruite le prime abitazioni da parte di gente proveniente da zone diverse, qui "fuse" nella "Università" di "Pietra de' Fusi". Fu possedimento di numerosi feudatari, tra cui i De Souzi, i De Tocco e gli Acquaviva d'Aragona. Meritano una visita la sede della Fondazione Pascucci (nella frazione Dentecane) e la Torre medievale che si trova nella parte alta del centro storico del paese. Voluta nel 1431 dal nbile Giacomo Di Tocco, ha formato parte del castello dei principi Acquavia d'Aragona e svolto una funzione di richiamo della gente dopo i saccheggi. MONTEFUSCO, posto sulla cima di una collina dalla quale si gode una notevole vista panoramica sulla valle del Sabato e sulla pianura di San Giorgio del Sannio, è un antico centro d'origine longobarda, anche se alcuni studiosi ritengono che si tratti del nucleo sorto sull'antica Falsulae ricordata da Tito Livio.

Capoluogo del " Principato Ultra" (l'antica provincia del regno delle due Sicilie che riuniva l'Irpinia e il Beneventano) dalla fine del XVI secolo fino al 1806, quando fu trasferito ad Avellino, Montefusco conserva intatte le testimonianze di un passato rilevante. Attraversando le Colonne di San Bartolomeo si accede al centro storico. Qui si trovano i Palazzi Giordano e Lanza e la mole del Castello Longobardo, oggi sede del Municipio, che domina la piazza principale. Possente fortezza nel Medioevo, il castello di Montefusco assunse, nel Rinascimento, per mano degli Aragonesi, funzioni di palazzo del tribunale, con annesse galere. Ha visto le nozze di Ruggero il Normanno con Sibilla e ospitato personaggi famosi come i pontefici Callisto I e Onorio II, i reggenti normanni Ruggero II e Tancredi, Federico II di Svezia e suo figlio Manfredi. Anche Carlo I d'Angiò vi soggiornò su Manfredi a Benevento, che pose fine al dominio svevo in Italia.

Trasformato, infine, da Ferdinando II di Borbone, in un famelico carcere politico, dal 1848 ha "ospitato" i maggiori patrioti meridionali: Poerio, Nisco, Castromediano, Pironti ed altri. Le sue celle malsane, divenute monumento nazionale dal 1928 e le sue micidiali torture che ivi si pativano, gli sono valse di "Spielberg dell'Irpinia". Natura A VENTICANO la zona più, meta di appassionati naturalisti e di visitatori alla ricerca di luoghi ameni e tranquilli, è nei pressi dell'antico viadotto romano Ponte Rotto, che vi si erge imponente e solitario. Lo sguardo si confonde nei riflessi di un orizzonte immenso ed una natura incontaminata, nella quale sgorga silente il Fiume Calore. Ampie vallate si diradano in un'armonia di colori e di profumi floreali che caratterizzano i campi sapientemente coltivati e segnano la bellezza paesaggistica dell'intero territorio.

L'assalto al castello della Leonessa Culmine del nutrito programma delle iniziative che, nella stagione estiva, vedono protagonista il castello di Montemiletto, il famoso sacco del maniero offre un'occasione unica per conoscere specialità enogastronomiche dell'area e per godere della magica atmosfera che avvolge il centro storico, tra artisti in costume, luci e musiche evocative.

Il castello longobardo di Montefusco Un tempo inespugnabile fortezza a difesa del Principato Ultra, poi simbolo di sofferte prigionie, il castello di Montefusco è oggi monumento nazionale adibito a sede di interessanti manifestazioni culturali. Il luogo in cui sorge, a dominio del colle sotostante, è un ideale punto di ooservazione sulla natura circostante. Il bosco di Montefusco Sito di Interesse Comunitario per la sua bellezza incontaminata, e meta di itinerari del WWF, il bosco di Montefusco offre un'occasione imperdibile per passeggiate nel verde tipico delle selve dell'Irpinia, e un po di ombroso refrigerio nella stagione calda.

I panorami e le valli Panorami mozzafiato sulla prorompente natura dell'area Taurasi Valle del Calore si godono dai belvedere di Montefusco, Montemiletto, Taurasi e Venticano. Riempitisi gli occhi è d'obbligo una puntata lungo le sponde del fiume Calore per soffermarsi sui resti dell'antico Ponte Rotto e alle sorgenti del fiume, in località Giardino e Fontanalardo, nei pressi del confine tra Venticano e Taurasi.

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Pagina aggiornata il 06/03/2024